Giornata nella faggiola

Ottobre. Fa caldo, il sole appare e scompare dietro le nubi, l'aria è umida, soffia lo scirocco. Il passo autunnale è ancora fermo. E' trascorso un altro fine settimana venatorio, o meglio, due giorni dedicati ai nostri spinoni ed alla selvaggina con gli amici Enrico e Mario. In effetti da questa estate, con la consulenza tecnica dell'amico urbinate Giovanni, tecnico faunistico e spinonista appassionato e di spessore, avevamo deciso di intervenire per ricostituire il patrimonio di selvatici della riserva. Infatti gli interventi conservativi di contenimento estremo degli abbattimenti e di salvaguardia totale delle femmine di fagiano praticati fino ad ora si sono rivelati insufficienti. Grazie ai consigli ed alla supervisione di Giovanni è stato progettato e realizzato un intervento pianificandolo su alcuni anni. I capisaldi del progetto sono la voliera di ambientamento collocata in luogo strategico, le mangiatoie per supportare i selvatici nel duro inverno, fagiani realmente validi ai fini riproduttivi e mantenimento della politica conservativa. Il fine è quello ricreare un luogo adatto ai nostri spinoni, dove si possano fare incontri con selvatici difficili in un terreno impegnativo. E' questa, a mio parere, la strada principe per una valutazione dei soggetti ai fini della selezione; soggetti che poi saranno sottoposti, se validi, anche al giudizio in prova.
Già da tempo Enrico aveva l'intenzione di partecipare alla ricostituzione del patrimonio di selvatici della Faggiola e pertanto ha coinvolto Mario in tale progetto. Quest'ultimo  seleziona e alleva con perizia non solo gli spinoni del Prato Magno dei quali tutti sappiamo, ma anche un numero limitato di splendidi fagiani. Derivano da ceppo selvatico, solo da animali di cattura; la schiusa delle uova avviene tramite cova naturale di galline mugellesi e la crescita prosegue in amplissimi spazi che riproducono l'ambiente naturale, con densità di capi molto basse e quindi senza dispositivi al becco. In definitiva fagiani quasi indistinguibili nella morfologia e nel comportamento da quelli selvatici. I fagiani sono stati collocati nella voliera di ambientamento e saranno rilasciati al momento opportuno solo per fini riproduttivi e cinofili. Il piacere e la soddisfazione di tutti noi è stata pari se non superiore a quella di una fortunata giornata di caccia.
Tornando agli spinoni, in questi due giorni ci siamo anche goduto il lavoro di Ario e Orazio, Raia e Artù, gli ultimi tre soggetti di due anni dalla stessa cucciolata da Napoleone e Milla.  Orazio, nel pomeriggio del primo giorno, in terreno difficile ed intricato, avverte e ferma attendendo Enrico; vola un bel maschio che cade colpito. Orazio, tronfio del successo, va ad abboccare e riporta felice. Poco dopo Orazio sparisce nel folto di una siepe così come Artù che la aggira superiormente: in breve parte rasoterra un altro maschio che cade colpito. Ancora Orazio al riporto corretto nonostante il disturbo degli altri spinoni. Il secondo giorno abbiamo dedicato la mattina all'addestramento senza sparo. Tra le altre, bella azione di Artù che  riesce a dipanare la passata di due fagiani aprendo la cerca con giudizio e mentalità. Risolve il primo, un bel maschio, senza farsi trascinare via al frullo per poi concludere poco avanti su fagiana.

Un saluto a tutti ed alla prossima.                                                                       Andrea Selvi