Enrico naldi

Breve biografia di un cinofilo cacciatore,che ha cacciato sempre e caccera' per sempre con il re della macchia
"SUA MESTA 'LO SPINONE"
Ogni periodo difficile fa scattare nell'essere umano appassionato una profonda e viscerale sfida, per riuscire ad emergere senza sopraffare ma per soddisfare il proprio operato dando o pensando di trasmettere agli altri delle emozioni indescrivibili che forse sente solo lui.
Nasco a Firenze nel 1960 ,ma subito vengo portato in un paese oggi inglobato dalla citta' che ha nome ROVEZZANO e forse questo era gia' un presagio"rubetianum"terra di cacciatori paese natale di uno dei guardiacaccia del Granduca di Toscana,trascorro la mia infanzia e la mia adolescenza sognando cani,amando e accudendo i cani altrui e i randagi,ma non possedendone mai uno mio,trascorro molte ore della settimana ad abbeverarmi all'ascolto di racconti di cani favolosi e mirabolanti di cacce eccezionali, ferme, guidate,frulli di fagiani e di beccacce e di cacce particolari;  infatti siamo nella valle dell'Arno nella quale ancora ai primi del' '900  si cacciava da capanni posti in riva al fiume con armi con calibri enormi "le spingarde" cal 8 e anche piu che sparavano anche 500gr di piombo, con canne lunghissime appoggiate su sostegni per poi mirare  l'ultimo selvatico della tela per incarnierargli quasi tutti.
Queste armi eccezionali venivano costruite da un famoso armiere poi inventore degli strozzatori esterni per fucili da caccia" Dante Novelli", lontano cugino di mia nonna Maria che come tutti i nonni adorava e viziava  il nipote in questo caso il sottoscritto, facendosi mettere da me bambino di appena tre anni un guinzaglio alla cintura del vestito.
 Ed intanto maturavano in me queste passioni , rimaste poi impresse come un marchio indelebile.
Ma gli spinoni quando arrivano direte voi!
Arrivano arrivano ,l'enciclopedia del cane di Fiorenzo Fiorone  era la mia compagna di letture ,il negozio di Caccia e Pesca dell'amico Franco" la bottega"come a tempi del Rinascimento Fiorentino dove si imparava l'arte ed in questo caso "L'ars venandi".
I maestri tanti: ognuno con la propria materia bastava saperla captare.
IL piu' intrigante, Dario il fischiatore coreografico il verso della ghiandaia eseguito e mimato da grande maestro.
IL tempo trascorreva felice ed il momento del porto d'armi si avvicinava  sempre piu',ma piu' di questo il mio pensiero andava sempre all'ausiliare:il desideratissimo veltro dei miei sogni .
Ma lo spinone!
Non siate impazienti arriva arriva.
Presa la licenza di caccia ,la mia vita si riempiva di interessi ludici, culturali e amorosi ma il cane era sempre nei miei pensieri,ora non mi si poteva dire che non lo avrei saputo accudire come quando bambino questo morboso pensiero si trasformava in mille promesse regali e delusioni,come quel cucciolo di setter che in un piovoso sabato invernale mi fu regalato da mio padre unico cinofilo in famiglia ed il lunedi subito restituito al venditore mentre io ero a scuola, perche' tutti dissero che era malato.
Dopo la maturita' intrapresi la facolta' di medicina e le mie giornate era piene di impegni fatti di: lezioni ,studio,  fidanzatina e ovviamente a fine giornata e principalmente in autunno ed in inverno obbligatoriamte in "bottega".
Correva l'anno 1982 quando giovane studente e giovane cacciatore ma soprattutto Giovane , presi il coraggio e chiesi se potevo prendere un cane ovviamente da caccia.
E voi cari amici sono sicuro mi chiedereste come e possibile che un figlio di cacciatore di capanno,frequentatore di un covo di inglesisti, con gli impegni dei primi anni degli studi medici si mette all'anima uno spinone con i problemi che correva venatoriamente la razza negli anni '80 , quando nelle uscite di caccia invece di rilassarsi uno si angosciava ;non so rispondervi ma la scelta e' stata una combinazione una predestinazione.
 Infatti cercavo cani inglesi, ma quando per strada ho visto  Flock del Monte Amiata di Walter Casali, lo potrete ancora vedere in foto sul libro del Giannotti, lo sguardo ve la dice lunga sul quel gran campione, le cose cambiarono e il mio amore sopito prese il sopravvento, fui indirizzato dallo stesso Walter amico di mio padre da un certo geometra Rellini a Contea in Val di Sieve il quale : aveva una cucciolata di spinoni bianco arancio infatti dopo i convenevoli di rito questo rubusto signore mi mostro questi cuccioloni non piu' piccolissimi ma sempre molto belli,la mia scelta cadde su di un soggetto molto vitale ma scorbutico che si dimostro il giorno successivo cosi terrorizzato da doverlo riportare indietro perche non mangiava e non si muoveva dalla paura, pensai poi mentre la stavo ripotando dal suo allevatore che il giorno prima non avevo voluto; colei che sarebbe stata la mia lei ( la mia adorata Lea) appena mi vide mi venne di nuovo incontro e da li  stata con me per circa nove anni sulla terra e nel mio cuore per sempre,lei ha trascorso tutti gli anni di  luniversita' con me sotto la mia sedia, ha cacciato con me  ma principalmente mi ha forgiato spinonista amandola e aiutandola a fargli scofiggere le sue paure, non ho potuto cacciare con lei  fino a quando non ha avuto 17 mesi, ma poi ha iniziato a cacciare ed una ferma cosi' l'ambirei ancora dai mie novelli campioni,dopo di lei  ho avuto soggetti cacciatori come:
  Jenny del Rodano 2° capionato italiano a squadre ad 1aa e mezzo.
 Athena di nome e di fatto ris cacib e vincitore best in show ruralia 2000.
Assia alla quale e stata anche dedicata una poesia per la caccia alla regina.
 Milla o Smilla che tutti conoscono per la grande morfologia unita alla capacita venatoria con piazzamenti ai primi posti in prove Sant' uberto, 2 secondi posti al campionato italiano ,qualifiche in  esposizioni e raduni anche vinti (CIVITA CASTELLANA 2009 Trofeo Massimino)per poi arrivare alla  sua cucciolata storica con 4 cani iscritti al derby continentali vinto  da Agata detta Trudi    sua figlia e al richiamo al derby di suo figlio Orazio,la sorella Raya e tutta un programma grande cacciartrice.
Ora sono in  attesa di vedere dal vivo i figli Orazio con Sibilla del Pratomagno, anche se come  dice il detto popollare "le querce non fanno i limoni".
Ma come dice Mario il Maestro c'e' ancora  molto da fare,ed ha ragione vogliamo il meglio, il vero cultore della razza non si deve mai fermare nel migliorarsi  sempre rispettando i sentimenti poiche' i cani non sono automi e noi non siamo dei robot,quale motivo avrebbero i sacrifici fatti di ricordi e speranze per il futuro,lavoriamo bene con scienza e coscienza nel curare ogni particolare per arrivare sempre di piu' a soddisfare le nostre esigenze.
Il saluto che voglio fare agli amici spinonisti sta' nel ricordare Renato Fucini che in poche parole ha inquadrato la nostra amata razza nel racconto
" IL MATTO DELLE GIUNCAIE; esaltando  alcune peculireta': come l'adattabilita' all'ambiente,l'amore  e la   fedelta',in quel caso espressa da Moro  il vecchio restone "come si chiamava in Toscana lo spinone" del  Matto si ,ma d'amore come dovrebbe essere l'animo, di ogni spinonista ed anche di ogni essere umano  che sceglie di vivere sereno.
Grazie SPINONE  e grazie
 NERITAN   FUCIO (Renato Fucini).



                                                                                                                            Enrico Naldi.
                                                                                                                                         

Esperto giudice prove lavoro e morfologia 6-7-8 gruppo

                    FIDC FIRENZE.