Dialogo tra un vecchio e un giovane allevatore di spinoni

Egr. Sig. Verderi Ottorino, io sono un giovane allevatore di spinoni, che vive in una valle del Salento. Pertanto ho denominato il mio allevamento "Di valle della Cupa". Poichè certi miei conoscenti spinonisti che abitano al nord citano spesso il suo nome in quanto esperto conoscitore dello spinone, le sarei grato se cortesemente volesse rispondere ad alcune domande che vorrei sottoporle, riguardanti appunto la razza che lei alleva da più di cinquant'anni. Il mio scopo è di far meglio conoscere lo spinone a chi soprattutto si avvicina ad esso per usarlo in caccia e per appagare certe mie curiosità su tale argomento :


1/ So che lei è cacciatore, quindi mi viene subito spontaneo chiederle per quale motivo lei ha proprio scelto lo spinone per la caccia, fra le tante razze disponibili?

1R/ Pur essendo lo spinone un cane da caccia molto generico, io lo vedo più atto per la penna. Quindi, soprattutto per questa sua caratteristica che ho preferito lo spinone come ausiliare per la caccia. Non solo per questo però; ma anche per il suo innato istinto di mantenersi in costante collegamento con il cacciatore, mantenendo una cerca che si svolge spesso a tiro di fucile. L'ho preferito anche per il fatto che lo spinone si collega sempre con lo sguardo che interroga, in tal modo si evitano quei richiami continui e tanto detestabili. Aggiungo pure che mi è utile utilizzare un cane resistente a tutte le intemperie, alla fatica prolungata col suo trotto dinamico da gran fondista, per l'innato riporto dall'acqua anche se fredda e profonda, ecc. Insomma, una macchina biologica docile, forte e garbata.



2/ Per quale motivo lei ha scelto di allevare?

2R/ Fin da quand'ero bambino, vivendo in campagna, ho avuto la passione per l'allevamento degli animali domestici. Quindi, con la caccia, mi sono dedicato agli spinoni.



3/ In quale anno è stato fondato il suo allevamento, cioè dell' Eremo, e da chi?

3R/ L'allevamento dell'Eremo fu fondato dal Sign. Giacomo Maccagno di Bra (CN) nel 1927, come da attestato ENCI che allego



Spinoni dell'antico Eremo:


foto allevamento dell'Eremo


foto allevamento dell'Eremo


Un antico certificato:




In questa foto di gruppo il primo a destra è il signor Giacomo Maccagno.




4/ Mi risulta che anticamente l'all.to dell'Eremo abbia sempre preferito la varietà roano marrone. Per quale motivo secondo lei?

4R/ Non so esattamente per quale motivo il Sig. Maccagno abbia dato preferenza ai roano marrone. Suppongo che, essendo lui vissuto anche alla fine dell'ottocento, abbia visto in quel tempo il meglio della razza in questa varietà. Infatti nelle sue foto, benchè successive, lo vediamo con cani quasi perfetti. Io conservo uno scritto autografo del giudice Cav. Paolo Ciceri che segnala al Dott. Caraffini i tipicissimi soggetti dell'Eremo di allora. Il dott. Caraffini pure giudice e allevatore di spinoni con affisso "Del Restone". Per questo argomento dovremmo parlare dell'evoluzione avuta o subita dalla razza spinone.


5/ In quale anno lei ha ereditato l'allevamento Dell'Eremo?

5R/ Io ho ereditato l'Affisso "Eremo nel 1971. Come da attestato Enci, che allego.





6/ Ci può fornire qualche foto di soggetti prodotti nel periodo in cui lei ha allevato?

 


foto allevamento dell'Eremo



7/ Immagino che lei abbia conosciuto molti allevatori di spinoni del passato. Mi può dire quali di essi ricorda particolarmente?

7R/ Il Sig. Maccagno ovviamente, del quale ricordo soprattutto la grande modestia, come il Sig. Amadessi Antonio dell'All.to del Torrione. Ne ho citati solo due, ma ne potrei citare tanti altri, altrettanto capaci e generosi.


8/ Dicono che lei abbia frequentato molto poco le esposizioni e le prove di lavoro, mentre il suo predecessore è stato blasonato con importanti riconoscimenti. Mi può dire il motivo?

8 R/ L'esibizione nell'esposizioni non ha mai destato in me alcun interesse, perchè sono convinto che il primo giudice dei propri soggetti debba essere il proprietario. La prova di lavoro prima deve essere la caccia e giudice del lavoro il cacciatore utilizzatore. Infatti chi alleva spinoni deve essere anche cacciatore. Le prove di lavoro non le ho mai considerate utili per la selezione dello Spinone, in quanto più adatte ai continentali esteri.. Lo Spinone deve poter dimostrare grande resistenza alla fatica prolungata nel tempo, al freddo e al caldo del clima continentale, deve entrare in acqua spontaneamente in ogni stagione, riportare per sua natura, deve affrontare i rovi del bosco ecc. ecc. Pertanto le prove, per essere selettive, dovrebbero essere impostate a tal fine. Sarebbe molto utile inventare un prova specifica.


9/ Lei ha allevato per un certo periodo, poi ha smesso. Mi può dire per quale motivo?

9R/ Ho dovuto sospendere l'allevamento in quanto mi era sopravvenuto il fatto di allevare tre figli miei. Ho dovuto quindi fare una scelta. Non c' era più tempo per gli spinoni.


10/ Vedo sporadicamente qualche cucciolata di spinoni con affisso dell'Eremo. Significa che lei ha ripreso ad allevare?

10R/ Ora sono un vecchio pensionato, che vive di vita riflessa. Data la stima che, con mio grande piacere, godo presso alcuni giovani allevatori, ho la possibilità di avere da questi "ragazzi" un pò di collaborazione. Tengo presso di loro qualche fattrice di mia scelta, compensandoli con i cuccioli gratuitamente. Questi generosi Signori sono i proprietari dell'Azienda agricola faunistica S. Spirito di Groppello Cairoli (PV) che si chiamano Carlo e Marinella Palladino.


11/ Come vede lei oggi la situazione dello spinone per quanto riguarda la tipicità e il lavoro?

11R/ La varietà roano marrone oggi è migliore di quella degli anni 60/70/80, che in quel periodo evidenziavano l' immissione di sangue grifone francese. Anche i bianchi arancio non sono male comunque. Nel periodo suddetto i bianco arancio erano molto "braccheggianti", fatta eccezione per il ceppo del "Biancospino", poco pubblicizzato, ma molto valido. Vorrei oggi dire a tutti gli allavatori di porre particolare attenzione a quelle code portate sempre alte e a quelle groppe poco avallate. Ieri i pelacci dei francesi, oggi le code ardite dei forsennati tedeschi. Ho visto in caccia più volte soggetti con buone doti di lavoro, molto di più che in altri tempi. Però, anche quì, attenzione al galoppo troppo prolungato, che assolutamente non è da spinone. Purtroppo l'italico "venator" ha fretta di consumare, pertanto vuole accelerare anche lo spinone, basta vedere i "garisti" in competizione.


12/ Mi dicono che lei quando parla dello spinone usa spesso il termine "rusticita', cosa intende?

12R/ Che uno spinone sia fuori luogo in un salotto è molto evidente. Come è evidente che non sia il divano il suo giaciglio, ma il pagliaio. Puttroppo non sempre i tempi cambiano in meglio....


13/ Lei non è giudice Enci però, ciò nonostante, viene richiesto il suo giudizio da parte di amatori della razza spinone. Pertanto ci potrebbe indicare qualche buon ceppo di spinoni esistenti oggi a suo giudizio?

13R/ Non faccio nomi per correttezza nei confronti di tutti, però posso dire che ve ne sono alcuni che allevano con molta passione e bravura. Fatto poi sorprendente è che questi bravi giovani collaborano disinteressatamente tra di loro, cosa che nel passato ho visto ben poche volte. Finalmente sorge una nuova mentalità !! Per ora questi giovani allevatori del nostro spinone sono evidenti solo nel nord d'Italia, però vedo premesse interessanti anche per il sud dell'Italia. Evidentemente non sempre i tempi cambiano in peggio.


14/ Dicono che quando lei giudica, quasi sempre, prende in considerazione due fattori: l'espressione di razza e la distribuzione del pelo sul corpo. Ci vuol dire qualcosa in proposito?

14R/ L' espressione di razza non si misura con il cinometro e così la tipica distribuzione del pelo. Si misura con l'occhio. Bisogna farsi l'occhio. Occorre pratica della razza, osservando con molta attenzione.


15/ Chi ricorda particolarmente fra gli allevatori di spinoni del passato? Fra i giudici?

15R/ Di allevatori ne ricordo tanti, avendoli frequentati per simpatica affinità, ma anche, per onestà devo dire, per " rubare" un pò il mestiere. Mi è doveroso ricordare per primo il Sig. Maccagno Giacomo, che di sua spontanea volontà mi lasciò in eredità l'affisso del suo antico allevamento " Dell'Eremo". In rappresenza di tutti però voglio ricordare il Dott. Caraffini, giudice competentissimo e imparziale, nonchè allevatore di spinoni roano marrone con affisso " Del Restone", che con tutti è stato generosissimo e il Dott. Paolo Brianzi, geniale veterinario, studioso pure lui dello spinone come zootecnico di pratica e cultura notevoli. Il Dott. Brianzi , che otre ad essere giudice della razza, allevava prettamente la varietà bianco arancio con l'affisso "Della Cingia", giudicava sempre a plateale alta voce. Il Cav. Paolo Ciceri, giudice pure e allevatore di bracchi ilaliani, era un pratico delle razze dall'occhio formidabile. Pochi purtroppo ne posso indicare, i quanto, come ho detto, l'esposizione non destava il mio interesse e il giudizio quello di ben pochi giudici.

 

 

16/ Come può un profano conoscere oggi il vero spinone, presentandosi la razza tanto eterogenea?

16R/ Il profano per conoscere il tipo deve fare riferimento ad un soggetto molto tipico e osservarlo nei particolari, come dovrebbero fare anche certi principianti presuntuosi allevatori, poi fissarselo nella retina. Se non ha modo di trovarlo esistente, si può documentare, che di foto di soggetti tipici del passato ne sono state pubblicate tantissime.


17/ Gli spinoni bianchi, bianchi arancio o melati, sono depigmentati secondo lei?

17R/ Gli orsi bianchi sono tutti bianchi, ma non per questa caratteristica sono da considerarsi privi di pigmento. Come i nostri cani da pastore abruzzesi. La depigmentazione è un fenomeno degenerativo dovuto spesso alla stretta consanguineità prolungata nel tempo, definito albinismo nella sua forma parziale o totale. Si evidenzia sulle mucose, nel colore degli occhi e in carenze di altro genere. E' segno che il ceppo sta degenerando, volge all'estinzione.


18/ Ho notato che alcune volte, quando i giudici esaminano la tonalità del mantello roano marrone, prendono in considerazione il colore delle unghie, mentre lei no. Perchè?

18R/ Il dott. Brianzi asseriva che li colore delle unghie era "il ponte degli asini". Per determinare il giusto color marrone nel roano marrone bisogna osservarne la tonalità e conoscerla. Essendo le unghie un agglomerato di peli, unendosi iscuriscono l'insieme e perciò il marrone scuro sembra nero. Se proprio si nota uno scuro nero ebano, allora è grave difetto. Basta verificare la tonalità del mantello.


19/ Come deve essere secondo lei la taglia dello spinone? Tendente al minino o al massimo dello Standard?

19R/ La taglia dello spinone sta purtroppo nel gozzo di molti. Che io sappia però non in quello dei veri conoscitori della razza. Questa caratteristica lo differenzia nettamente dai famigerati grifoni. Se osservi certi nanerottoli raccorciati che oggi si vedono in giro, noterai in questi altri evidenti caratteri da grifone. Facciamo un esempio: dicono gli esperti (vedi dott. Boitani) che un lupo marsicano o appenninico che dir si voglia del peso anche di Kg. 35 e di altezza al garrese anche cm.70, può percorrere al trotto in una sola notte ben Km. 50 di distanza, valicando montagne. Voi pensate che se fosse alto cm. 60 al garrese e pesante Kg. 25, avrebbe percorso più strada o la la stessa in minor tempo? Madre natura l'ha così composto per una tale funzione e per lo spinone ha fatto la stessa cosa. Purtroppo certe carenze inducono la taglia a ridursi se non all'estinzione di una specie o di una razza, ma questo fatto non dipende dai capricci o dall' ignoranza degli uomini. L'uomo ha prodotto per il suo ambiente domestico tantissime razze di animali di tante specie e in quella canina un'infinità. Tutte in rapporto all'evolversi della sua specie. Purtroppo l'evoluzione prodotta dall'uomo sull'ambiente non è sempre positiva. Si vedrà nel tempo e... chi vivrà vedrà..... Io preferisco lo spinone verso il massimo dello Standard e anche un poco oltre e non verso il minimo.

 

20/ Lei preferisce lo spinone costruito nel quadrato o nel rettangolo?

20R/ Decisamente nel rettangolo. La struttura dello spinone non è raccorciata come quella del bracco, ma più distesa; non deve dare l'impressione di essere tozza. Senz'altro tale struttura non penalizza il trotto.


21/ La pelle e il pelo dello spinone come devono essere? Il sottopelo va tollerato?

21R/ Il sottopelo stabile non ci deve essere. Il nostro clima del meridione piuttosto caldo e quello del nord continentale non richiedono costantemente una pelliccia come invece e' necessaria dove il clima è costantemente freddo. Da noi serve una pelle coibentante, che sia perciò adatta sia per il caldo che per il freddo. Solo da una tale pelle deriva il tipico pelo setoloso dello spinone, tipo cinghiale.


22/ E' molto importante una determinsta tonalità nel mantello dei roano marrone?

22R/ Sì è molto importante. La tinta marrone molto scuro non è quella dello spinone, ma di certi grifoni e dei drathaar, solo i grifoni boulet avevano un colore tipo foglia morta. Il nostro spinone roano marrone deve avere una tinta di color marrone chiaro, ma calda, riposante per l'occhio, non viva e rossastra. Si usa dire dello stesso colore della tonaca dei frati capuccini.

 

23/ Queste due raffigurazioni sono spesso citate in riferimento alla tipicita' dello spinone. Una e' di A. Vecchio e l'altra di G.B. Quadrone. Ci puo' dire qualcosa in proposito


A. Vecchio G.B. Quadrone


23R/ Due raffigurazioni bellissime di bellissimi spinoni. Molto simili, ma non uguali. Basta osservare le code. Inoltre uno rappresenta l'immagine speculare dell'altro, la qual cosa mi mette qualche dubbio, cioè che il successivo abbia copiato, modificando qualcosa. Io preferisco quello del Quadrone. Il Dott. Brianzi, nel suo famoso commento, utilizzò il dipinto di A. Vecchio. Essendo suo contemporaneo, era forse suo amico. Lo spinone raffigurato dal Quadrone rende al massimo la rusticità dello spinone. Comunque sia la cosa, sta di fatto che, per dipingere soggetti così fatti, questi pittori dovevano vederli così nella realtà del loro tempo.


24/ L'orecchio dello spinone come deve essere fatto. Se ne vedono di tutte le fatte?

24R/ L'orecchio dello spinone deve essere inserito all'altezza dell'occhio con attaccatura poco evidente. Deve essere di morbida tessitura. A forma di vela, con tendenza a chiudersi e a non rivoltarsi all'indietro. Anche l'orecchio ha una sua funzione; quella d'impedire che corpi estranei entrino al suo interno e, come si dice, di convogliare gli effluvi verso l'organo di olfatto.

orecchio corretto orecchio non corretto


25/ Il pelo sull'orecchio dello spinone come deve essere distribuito?

25R/ Il pelo sull'orecchio dello spinone non deve essere abbondante, ma distribuito in un certo modo. Corto nell'insieme, più lungo ai bordi e al centro a mo di spiga.


26/ Il tanto citato occhio "umano" dello spinone come deve essere e come deve essere impostato nel cranio?

26R/ Se tutte le componenti ossee del cranio sono composte tra di loro secondo tipicità, gli occhi non possono che impostarsi nella giusta posizione frontale a mo di binocolo, piuttosto distanti l'uno dall'altro. Devono essere rotondi, aperti, di giusto colore in rapporto alla tonalità del mantello. Questo ultimo argomento meriterebbe un capitolo a parte.


27/ La cresta interparietale e la relativa apofisi occipitale è bene che siano evidenti?

27R/ La cresta interparietale e la relativa apofisi occipitale, come gli zigomatici paralleli, danno distinzione al cranio, che lo distinguono soprattutto da quello dei grifoni. Però,se queste ossa sono troppo pronunciate, non vanno bene, perchè danno l'impressione di mostruosità.


28/ E' utile secondo lei la così detta "spezzatura" all'undicesima vertebra dorsale?

28R/ Gli esperti di meccanica animale non sono concordi su questo argomento. Io credo che questa apparente anomalia favorisca il trotto. Bisogna però distinguerla dalla lordosi, che è difetto gravissimo.


29/ Lei dà sempre molta importanza alla groppa ben avallata, perchè?

29R/ Perchè è la composizione anatomica che mette in movimento tutto il resto. Le sue angolazioni producono un determinato tipo di trotto e appunto questo ne è favorito. Anche il portamento della coda,soprattutto in stato di non eccitazione, deriva dall'inclinazione della groppa.


30/ Degli speroni cosa ne pensa?

30R/ Gli speroni servono a un bel niente. Sono un residuo dell'evoluzione. Non creano danno alcuno, se non rarissimamente, anche se doppi e articolati. Danno l'impressione di un qualcosa di ancestrale. A me piacciono molto e non li tolgo mai. Li ho visti anche su soggetti morfologicamente pessimi. I grifoni francesi ne sono sempre sprovvisti e anche i drathaar.


31/ La coda è pure indice di tipicità?

31R/ Sì, la coda dice molto. Lo spinone con la coda cerca di farsi capire. Si deve notare inserita piuttosto bassa nella groppa. Deve essere grossa alla radice, ma si deve affusolare subito verso il taglio a venticinque centimetri. Le code mozzate corte stonano, così come quelle troppo lunghe. Il pelo, che la deve avvolgere senza fare frangia,non deve fare fiocco all'apice, mai. Osserva la coda dello spinone dipinto da G. B. Quadrone, che è perfetta; mentre quella dipinta da A. Vecchio è troppo sottile e quindi sproporzionata al resto del corpo.


32/ Ma è proprio vero che lo spinone è tanto remissivo da buscarle anche da un piccolo cagnotto?

32R/ Lo spinone è come un buon uomo, è molto paziente e pertanto per niente aggressivo. Solo nei momenti della riproduzione può evidenziare una certa agressività verso i suoi simili, ma mai nei confronti dell'uomo. Non dimentichiamo che forse qualche molosso nei suoi trascorsi genetici ha interferito.


33/ Gli allevatori, per sentito dire, diffidano molto della consanguineità. Ci può dire qualcosa in proposito?

33R/ La consanguineità, come diceva il nostro grande maestro Dott. Paolo Brianzi, è un'arma a doppio taglio. Fissa pregi e difetti, senza distinzione. Teniamo comunque presente che, con tale mezzo sono state create tante razze in molte specie. La consanguineità bisogna saperla usare, ma non è da tutti. Solo chi è nato con l'estro del vero allevatore ha la sensibilità e la capacità per farne uso. Con molto senno, quando serve, va applicata e non è assolutamente da temere.


34/ Per quale motivo , nelle esposizioni, i roano marrone e i bianco arancio sono giudicati separatamente, quasi fossero due razze diverse?

34R/ Non conosco esattamente il perchè di questo fatto. Pensandoci, presumo che questa distinzione derivi dal fatto che, essendo stata la varietà roano marrone in un certo periodo molto inquinata da altre razze, si sia presentata la necessità di applicare nei giudizi un diverso grado di indulgenza fra le due varietà; anche perchè non vi poteva più essere una giusta competitività fra di esse.


35/ Come vede l'accoppiamento tra i bianco arancio e i roano marrone?

35R/ Se le due varietà fossero entrambe in assoluta purezza e ognuna con popolazione numericamente sufficiente,non sarebbe il caso di unirle, in quanto il mantello del roano marrone ne perderebbe della sua tipicità. Mentre qualche immissione di roano marrone nei bianco arancio ne accentua il pigmento. Nel caso che una delle due varietà vada in decadenza, come già successo, l'altra può essere utilizzata, se idonea, per il recupero.


36R/ Come si fà a riconoscere la tipicità in un cucciolo? E il meglio in crescita, al fine di essere poi utilizzato per la riproduzione?

36R/ Il cucciolo di spinone è sempre un pò corpulento, deve dare l'impressione di essere piuttosto molossoide. La canna nasale al momento corta non deve impressionare in senso negativo, perchè poi si proporziona a tutto il resto del corpo. Nei roano marrone vale l'identica valutazione, fatta eccezione per il mantello, nei quali si deve valutarne la tonalità. Personalmente, poiche' sono di mia preferenza, asservo che ci siano gli speroni. Fra due soggetti di uguale tipicità, l'uno speronato e l'altro non, la mia scelta va senz'altro per quello speronato. I soggetti che denotano una tipicità che poi è successiva quando sono cuccioloni e ancora quando sono adulti, sono i più idonei per la riproduzione, perchè sono probabilmente i più fissati in tipicità.


37/ Poichè i roano marrone nascono tutti bianco marrone, come fà lei a riconoscere nei cuccioli quelli che da adulti saranno bianco marrone e quali di questi invece saranno definitivamente roano marrone?

37R/ Solo i soggetti con i plantari totalmente pigmentati saranno poi roano marrone.


38/ Dicono che lei, per quanto riguarda lo spinone, sia più interessato alla tipicità morfologica che al lavoro. E' vero? Perchè?

38R/ Sì è vero. Perchè per me viene prima la tipicità del soggetto nella morfologia poi la tipicità nel lavoro e per ultima la foga del carniere o di altro primato. E' molto improbabile che un soggetto in difetto di tipicità nella costruzione lavori da spinone. A me non interessa il bastardo formidabile da carniere imprevedibile. Perciò, base prima la tipicità di razza. Chi giustifica asserendo " non è bello, ma è bravo" non può essere un vero capace allevatore, ma con molta probabilità è un "morto di fame".


39/ Si nota oggi che vi è tendenza ad accelerare lo spinone, modificandone il tipo di andatura e anche la taglia. Lei cosa dice in proposito?

39R/ Della taglia ne abbiamo già parlato e ti ho già detto cosa ne penso. Chi ha idea di spingere lo spinone al galoppo o di giustificare il più possibile l'obbrobrioso così detto "galoppone dello spinone" non conosce o non apprezza lo spinone.


40/ Che differenza c'è tra lo spinone bianco o bianco arancio e il roano marrone?

40R/ Nessuna teoricamente o si differenziano soltanto nel colore del mantello. Però, in considerazione di particolari scelte fatte dai singoli allevatori che si sono susseguiti nel tempo, si sono fissate lievi differenze. Hanno pure contribuito a differenziare le due varietà gli inquinamenti avvenuti con i grifoni sui roano marrone e con i bracchi italiani sui bianco arancio.


41/ Mi permetto di farle ora una una domanda che non riguarda gli spinoni. Mi risulta che lei non è mai stato iscritto al CISP. Ci può dire cortesemente per quale motivo?

41R/ Tu sei molto giovane e ovviamente non puoi conoscere i fatti avvenuti nel passato nell'ambiente degli spinonisti. Il sodalizio riguardante gli spinoni fu denominato dai fondatori Dott.Caraffini e Dott. Brianzi "Famiglia dello spinone", in rapporto all'atmosfera di quel tempo. Dopo la dipartita del Dott. Brianzi che ne era presidente, vi fu tanto tanto poco riguardo o sgarbo tali da sostituire la denominazione scelta dai fondatori con il termine "Club", alla moda dei tempi. Io non avevo alcuna possibilità per intervenire in merito e chi l'aveva non si interessò della faccenda. Poichè tale comportamento non fu di mio gradimento, presi la decisione che non mi sarei mai iscritto a quel Club. Oggi, a distanza di tanti anni, visti i soggetti presentati in un recente raduno, non mi pento della decisione presa allora. Mi auguro che voi giovani possiate ricostituire l'antica "Famiglia dello spinone" che, visti già i vostri risultati, ne siete degni.


Egregio sign. Verderi, in occasione della mia recente intervista, alla quale Lei ha dato esaurienti risposte, ho dimenticato di porle due domande, che le pongo ora, chiedendole cortesemente una sua risposta:  1/ Per quale motivo un allevatore mette o non mette in riproduzione un soggetto se pur dotato di eccellenti doti di tipicità?

1R/ Dobbiamo innanzitutto considerare che l' allevatore non ragiona, o non deve ragionare, con la logica del privato proprietario di un soggetto. Quasi sempre il privato proprietario antepone il sentimento affettivo per il proprio cane, in quanto desidera riaverlo nella sua prole. L'allevatore vero non applica, o non deve applicare la logica del sentimento, ma la tecnica zoologica. Siccome anch'io un pò d'esperienza d'allevamento l'ho acquisita nel tempo e perciò conosco direttamente questo argomento, lo dò per scontato nei confronti di chi credo sia un vero allevatore. Si tratta di motivi ovvi nella pratica dell'allevamento, cioè comuni, che si ripetono costantemente nella pratica, perchè indispensabili. Un soggetto, sia maschio che femmina, può non essere messo in riproduzione da chi alleva in quanto questi non intravede, fra quelli disponibili, quello idoneo per accoppiarlo. L' allevatore può tenere di riserva un soggetto da riproduzione nell'eventualità che quelli in atto vengano meno, per raggiunta età o decesso. Preferire momentaneamente unire soggetti gia' provati che hanno dato ottimi risultati. Inoltre, siccome nella razza spinone si hanno due varietà di mantello, vi può essere da parte di chi alleva anche una scelta in questo senso. Cause per difetti morfologici non credo che influenzino questa scelta in quanto questi soggetti dotati di notevoli caratteri di tipicità vengono generalmente vagliati nelle esposizioni da giudici esperti. Solo difetti riguardanti la psiche possono indurre un allevatore a non utilizzare un ottimo soggetto dotato di eccezionali caratteristiche di tipicità, difficilmente questi compaiono nei soggetti provenienti da un buon allevamento, cioè di attenta selezione.   Ti ringrazio per questa tua domanda che viene proprio di proposito in quanto, proprio recentemente, sono stato male interpretato a proposito di un analogo argomento. L'arte di allevare prevede queste considerazioni, che sono ovvie per chi ne ha pratica.

2/ Oggi molti spinoni compaiono all'estero, in parte importati dall'Italia e in parte già riprodotti all' estero, con una popolazione che supera quella esistente in Italia. Lei come vede questo fenomeno che pare interessante?

R/2 Ho visto attraverso Internet. Si tratta di un problema più complesso di quanto possa sembrare, sia per la tipicità della razza, sia per il suo ambientamento. Innanzitutto vorrei porre a questi signori stranieri questa domanda: per quale motivo avete scelto lo spinone come cane da compagnia, quando esistono tante altre razze specifiche in questa attitudine? Dico questo poichè vedo pochi soggetti presso questi signori stranieri in atteggiamento di caccia; anzi qualcuno a volte in atteggiamento un pò ridicolo in questo senso. Purtroppo ne ho visti molti a riposo tra le braccia dei proprietari. Mi pare di aver capito che l'etologia insegni tutt'altro. E' verissimo che lo spinone tipico è un cane molto docile, che fa' compagnia anche a noi cacciatori in tempo di riposo venatorio, ma prima di tutto è un cane ausiliare per la caccia. Siccome questo mancato utilizzo della razza porta inevitabilmente a degenerarsi nella sua attitudine specifica, io mi permetto di suggerire a qualcuno fra coloro che vendono gli spinoni, di esigere dagli acquirenti la licenza di caccia nominativa e aggiornata. Purtroppo si tratta di trascurare un poco il settore economico! Non voglio essere drastico, nel timore di suscitare contrasti che detesto, ma in fatto di tipicità, a mio avviso, di massima c' è da mettersi le mani fra i capelli. Sono stati male informati questi Signori stranieri? Sono stati male forniti? Sta di fatto che io, sempre a mio avviso, ho visto una tipicità mediamente poco interessante, per non dire altro. Poi l'ambientamento : se è vero che lo spinone è una razza tipicamente mediterranea, come asserito da eminenti tecnici del settore come il Dott. Brianzi e il Dott. Caraffini, come può ambientarsi dove il clima è costantemente rigidissimo. E' la pelliccia che difende le razze nordiche, che torna utile anche nelle loro estati fredde. Lo spinone, nel clima dove natura l' ha fatto non deve affrontare temperature rigidissime come quelle del nord, ma più moderate, che si alternano con un caldo estivo moderato. Quindi lo spinone non possiede una pelliccia costante, ma una pelle coibentante che lo protegge nel variare delle stagioni. Infatti non deve avere la peluria di sottopelo che e tipica delle razze nordiche, perchè sarebbe dannosa in estate. Quindi, se lo spinone dovrà adattarsi a climi costantemente rigidi, oltre che subirne le conseguenze nella fase di adattamento, si trasformerà, nel tempo, in una razza diversa, tipo nordica. Mi dicono che in certi paesi, questo fenomeno che ho citato, si sta già verificando con sintomi di predisposizioni a malattie di cui in Italia non si hanno notizie. Pertanto lo spinone non andrebbe esportato in paesi con clima molto diverso da quello dove la natura l'ha creato. Credo perciò che lo spinone possa sopravvivere tale solo dove esiste un clima simile al nostro mediterraneo.