La medieta'

La medietà

La medietà ovvero le qualità che si ricercano in una razza devono comparire in maniera omogenea e uniforme in quanti più elementi possibile.

Nella selezione purtroppo non si possono tralasciare alcune caratteristiche appannaggio di altre.

Non è quasi mai vero che un grande cane, soprattutto se maschio, darà i frutti voluti anche perché sono le femmine, nella maggior parte dei casi, quelle che trasmettono i geni almeno per il 75%.

Quindi migliorare una razza significa andare alla ricerca del cane completo, noi accoppieremo i più bravi fra i più belli, trascurando tranquillamente i bravi e basta o i belli e basta.

Oggi più che mai si vede una dicotomia netta fra i cani e cioè bellezza e lavoro è l'esempio più lampante del fallimento della selezione in un senso e nell'altro.

Che senso ha avere un cane fortissimo nella caccia e assolutamente fuori standard in morfologia?

Ha senso solo per il cacciatore non cinofilo cioè per quella persona che usa il cane come uno strumento di caccia e non come un compagno di caccia. Anche perché tutta una serie di tare genetiche (vedi setter inglese) non esisterebbero se in riproduzione si fossero rispettate le regole della selezione. Vediamo oggi che addirittura vengono decantate le caratteristiche e la venaticità di molti cani che a mio giudizio definirli inguardabili è riduttivo.

C'è tutta una serie poi di persone che, dovendoli esaminare, si dimentica di alcune caratteristiche precipue della razza.

Il miglioramento di una razza è produrre cuccioli in maniera omogenea che abbiano in se standard morfologico e di lavoro.

La razza che si avvicina a questi ideali selettivi oggi è solo una e cioè il deutsch drahthaar e solo perché le associazioni varie con in testa le ss tedesche effettuano dei severissimi controlli su stalloni e fattrici prima di metterli in riproduzione. Unica razza quindi da prendere ad esempio, non come tipologia di cane, ma come modello di selezione.

Può sembrare un discorso troppo duro, troppo selettivo, ma non siamo forse noi dei veri "razzisti"?