Esigenze alimentari del cane al riposo e al lavoro

Esigenze alimentari del cane al riposo e al lavoro


Nel mondo cinofilo degli "addetti ai lavori" allevatori, dresseur, espositori ed appassionati in genere, sono diversi a porre il quesito riguardante la gestione alimentare del proprio fedele compagno, nonostante, da anni, siano reperibili in commercio, diverse tipologie di alimenti, per le più disparate esigenze.
Dal semplice mangime di mantenimento, agli specifici per età, razza, tipo di attività nonchè coadiuvanti di alcune patologie o, ancora, biologicamente compatibili.
E' interessante analizzare la funzione e l'uso, che a me in particolare riguardano direttamente, degli alimenti da destinare al cane adulto, secondo il livello di attività da esso svolta.
Per quanto concerne gli alimenti detti di mantenimento, questi vengono impiegati nell'alimentazione del cane adulto (se di taglia piccola dall'età di 12 mesi, media dai 15 mesi, grande dai 18-24 mesi, gigante dai 24 ai 30 mesi), durante il periodo di non particolare o normale attività.
Nella categoria rientrano anche alimenti lievemente poveri in grassi destinati ad animali anziani e con motilità ridotta per motivi di età.
Le quantità dell'alimento in questione vanno dosate attenendosi alle tabelle di riferimento del mangime stesso, ma anche adeguate al movimento che l'animale, sebbene a riposo, svolge. Ad esempio: un cane che vive all'aperto, alloggiando in un comodo e dignitoso canile, necessiterà sicuramente di una quantità lievemente superiore a quella somministrata ad un altro cane che svolge eguale attività ma vive in appartamento, dove per quest'ultimo sarà più facile, dal punto di vista fisiologico, mantenere costante la temperatura corporea.
Con l'approssimarsi della stagione del lavoro, bisognerà avere l'accortezza di passare progressivamente di pari passo all'aumento dell'attività svolta, ad un mangime che possa soddisfare le esigenze fisiche di un organismo che brucia sempre più energie.
Un buon cinofilo conosce i tempi del proprio cane ed è in grado di caricare poco alla volta il lavoro sulle spalle del suo ausiliare.
Per mangime specifico invece, intendiamo, quel tipo di alimento che viene somministrato in base ad una particolare esigenza fisiologica, con un elevato apporto di proteine e grassi nobili, in quanto facilmente assimilabili.
Durante la stagione venatoria, il cane necessita, come già menzionato, di un alimento ricco ma che non pregiudichi la performance dell'animale.
Un buon mangime di mantenimento deve contenere una percentuale di grassi e proteine non inferiore al 17% per i primi e 22% per le ultime.
Il cosiddetto specifico, cioè quello da impiegare durante il periodo di attività intensa, dovrebbe essere somministrato facendo attenzione alla quantità e il rapporto tra essa e l'attività effettivamente svolta.
Un eccesso potrebbe pregiudicare la normale attività metabolica dell'animale.
I tenori analitici riguardanti i grassi e le proteine contenuti in questi alimenti si aggirano attorno 36-40% per i primi e 26-30% per le seconde.
Questi valori, assieme a quelli vitaminici, sono chiaramente espressi sulle confezioni degli alimenti degni d'esser considerati tali.
Esistono inoltre degli integratori atti a supplire un particolare gap energetico che potrebbe verificarsi nel periodo immediatamente successivo alla performance. Anche questi vanno usati solo in caso di assoluta necessità poichè capaci di reintegrare carenze in maniera quasi istantanea, cosa decisamente complicata dal punto di vista meccanico da parte del pasto convenzionale.
I dati sopraelencati hanno valore e sortiscono i risultati auspicati solo nel caso in cui il proprietario del cane osservi minuziosamente le tabelle di somministrazione, in base all'età, peso, razza ed attività, oltre al fatto che l'animale debba essere in stato ottimale di salute e non essere affetto da alcuna patologia o parassitosi.
Al di fuori dell'impiego di questo tipo di alimento, non credo si possa intendere come razionale la gestione alimentare del cane.
Tutti gli studi, statistiche, prove ipotesi o ragionamenti di vario genere, a mio modesto parere hanno un valore molto discutibile.
Secondo me il buon cinofilo parte dal fondo della ciotola a differenza di molti che mettono l'alimentazione in secondo piano.
Qualsiasi spontaneo e pressappochista esperimento ai fornelli, per mano dei proprietari, che mescolano fantasiosamente le materie prime, sperando più che credere, che il risultato possa giovare ai loro cani, potrebbe rivelarsi sconveniente se non, alla lunga, fatale.
Un eccessivo contenuto di carni rosse potrebbe provocare sofferenze renali, uno di grassi un ovvio ingrassamento del cane nonchè un cattivo funzionamento dell'apparato intestinale, un eccesso di sali minerali, come negli uomini del resto, potrebbe provocare una calcolosi renale.
Altre e particolari patologie e complicanze possono tranquillamente essere enunciate dal veterinario causa cattiva alimentazione.